In una sentenza lunedì presso la Northern Court of California, il giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti William Alsup ha respinto un reclamo di azione collettiva di 5 miliardi di dollari per presunta vendita di dati di Apple Music.
I denuncianti Leigh Wheaton, Jill Paul e Trevor Paul accusano Apple nel denuncia di infrangere la legge del Rhode Island e del Michigan per la vendita, il noleggio, la trasmissione o la divulgazione delle informazioni di un cliente senza consenso. La società di Cupertino avrebbe venduto Apple Music e la libreria iTunes e ascoltando i dati a terzi, inclusi broker di dati e sviluppatori di app.
Dal rapporto di AppleInsider:
La nota di reclamo iTunes incorpora una funzione che dice agli utenti che tentano di regalare una canzone a un altro cliente se un destinatario possiede già una determinata traccia. La funzione rivela il nome di un destinatario e la cronologia di ascolto, recita il reclamo.
La denuncia rileva che i querelanti hanno subito richieste di posta indesiderata e telefoniche ingiustificate a causa delle azioni di Apple, che li hanno anche messi a rischio di furto di identità. Secondo i documenti del tribunale, il giudice William Alsup ha affermato a ottobre che un'icona di posta presentata nel deposito non rivela effettivamente i nomi e gli indirizzi dei clienti iTunes.
Tuttavia, l'icona della posta non rivela esplicitamente nomi, indirizzi o informazioni di identificazione personale dei clienti. È semplicemente una foto di una busta. Il reclamo non spiega nulla sul clic sull'icona.
Senza ulteriori informazioni, che erano sicuramente disponibili per la consulenza, questo ordine non speculerà che l'icona della posta esplicitamente porterebbe a nomi e indirizzi dei clienti Apple.
Su accuse che Apple ha violato i diritti degli utenti consentendo agli sviluppatori di accedere a metadati, token e canzoni di talento, Alsup ha scoperto che i querelanti non hanno fornito prove a sostegno sostanziale delle loro affermazioni. "È importante sottolineare che i richiedenti dovevano dimostrare che i dati divulgati collegano la selezione musicale di un utente a informazioni di identificazione personale, un requisito che non era soddisfatto dalle informazioni rilasciate tramite i metadati di iTunes", si legge nel rapporto AppleInsider.
Grazie al fatto che il caso è stato archiviato con pregiudizio, ai querelanti è ora vietato presentare ricorsi modificati nei confronti di Apple in un futuro ricorso.