Apple difende la privacy (qualcosa di cui le app dell'App Store potrebbero aver bisogno di un promemoria), ma la società è ora citata in giudizio per violazione delle leggi sulla privacy di iTunes per i consumatori in due stati diversi.
Varietà ha il rapporto questa settimana. La pubblicazione afferma che Apple sta attualmente affrontando una causa da tre diverse persone che risiedono nel Rhode Island e nel Michigan. Secondo i querelanti, Apple ha violato le leggi in queste aree che hanno lo scopo di proteggere le informazioni relative agli acquisti di intrattenimento. Il trio sta attualmente cercando lo status di class action, insieme ad altri residenti in altri stati, in quanto affermano che la società ha "ignorato le sue responsabilità legali nei confronti di questi individui".
I querelanti, che vivono nel Rhode Island e nel Michigan, cercano lo status di azione di classe per la loro causa. Se ritenuta colpevole, Apple potrebbe essere costretta a risarcire i danni ai residenti dei due stati che hanno fatto conoscere le loro abitudini di ascolto della musica a causa delle azioni dell'azienda. I portavoce di Apple non hanno immediatamente risposto a una richiesta di commento.
Una delle accuse è che Apple ha venduto direttamente i dati sui consumatori che hanno acquistato musica dalla società ai broker di dati, che a loro volta hanno collegato questo tipo di dati ad altre informazioni disponibili al pubblico e poi li hanno rivenduti ai marketer.
La causa afferma che Apple non ha solo rilasciato la cronologia dell'ascolto personale a terzi, ma ha anche utilizzato il framework Media Player per concedere l'accesso alle librerie iTunes agli sviluppatori di app. I querelanti hanno anche ricevuto posta indesiderata, direttamente correlata alla loro storia di ascolto, che sostengono sia dovuta alle informazioni condivise da Apple.
Il rapporto originale rileva che alcune delle informazioni ottenute da questi broker di dati di terze parti potrebbero non provenire direttamente da Apple. I broker ottengono i loro dati da una varietà di fonti diverse, che potrebbero includere documenti finanziari legati a iTunes e non necessariamente dati condivisi privatamente da Apple a queste società terze.
E, in relazione al suddetto framework Media Player, Apple rende esplicito che gli sviluppatori di app devono ottenere l'autorizzazione da ciascun utente prima di poter accedere alla libreria multimediale di iTunes.
Le accuse della causa vanno contro la narrativa ufficiale di Apple, che da tempo afferma che la società è molto più focalizzata sulla privacy rispetto ai suoi concorrenti del settore. In effetti, la causa include anche un'immagine di un cartellone pubblicitario di Apple che proclama che "ciò che accade sul tuo iPhone, rimane sul tuo iPhone".
Questa spinta di marketing "cosa succede su iPhone, resta sul tuo iPhone" è stata lanciata in faccia a Apple diverse volte da quando è comparsa. Ad esempio, abbiamo appena segnalato su una varietà di app diverse, ognuna delle quali è disponibile tramite l'App Store, che inviano regolarmente una quantità ridicola di informazioni personali a tracker di terze parti. Tutto sullo sfondo.
Resta da vedere se questo caso particolare ottenga o meno lo status di class action. Tuttavia, se Apple fornisse direttamente questi dati, questo non è assolutamente un buon segno per l'azienda.